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  • Nicoletta Cinotti

  • Niente lastre funeree La rosa sola ogni anno al suo piacere sbocci. (Rilke Sonetti a Orfeo)

    Parlare di Silja mi è semplice e difficile insieme. E’ semplice perché quello che ha insegnato è cosi naturale e fuso nella esperienza di chi l’ha conosciuta, che viene sentito come qualcosa di familiare, qualcosa non diverso dalla consapevole bellezza di essere vivi e presenti a se stessi.

    Il massaggio bioenergetico dolce, che ha diffuso con tanta passione e convinzione, è il risveglio delle cure materne, del semplice piacere di essere amati e di confidare in quell’amore, tanto da lasciare che il respiro vi si appoggi, per allargare il cuore con sentimenti di tenerezza e compassione.

    La sua fiducia che questa fosse la base della libertà e della non violenza non era solo frutto della sua formazione reichiana: era il suo speciale scopo nella vita. Una motivazione assoluta che l’ha resa più grande dei suoi maestri, una motivazione che in lei – che non amava le parole- diventava una forma originaria di comunicazione.

    Silja parlava percettivamente e le parole erano quasi d’impaccio nel suo dirsi agli altri, mentre il contatto, la musica, i suoni legati all’onda del piacere e del respiro, erano gli spazi in cui il suo comunicare si apriva con originalità e libertà.

    Andavamo d’accordo perché traducevo, in parole e teorie, quello che lei costruiva con la poesia delle sue mani. Era felice di quella ” traduzione”, il suo pensiero era curioso e scientifico; io intanto mi scaldavo al calore del suo affetto, sorpresa che amasse tanto quello che di solito vien considerato “difficile”. Forse sorpresa che mi amasse, come se fosse un regalo fuori Natale.

    Eppure comprendere e comprendersi, assistere all’annunciazione di un futuro di affetto, era proprio quello che avveniva nei suoi seminari. Un comprendersi semplice. Che non può perdersi né in me né in chi l’ha sperimentato. Può sfiorire, aprendosi come una rosa che sboccia, per fiorire ancora la stagione successiva. E’ un fatto, come il tornare del respiro.

    Il “Difficile” e’ non cadere nel freddo, nella mancanza e nella nostalgia. Che sarebbe un tradire e dimenticare che la sua vita pulsa in quel tocco leggero come le ali di una farfalla, libero come l’onda del piacere, primitivo come le radici della vita!

    Nicoletta Cinotti, Camogli 5 novembre 2011

  • Alessandra Pavone

  • Nei suoi occhi la presenza, l’attenzione di chi coglie le meraviglie e le sofferenze umane.

    Nelle sue labbra dolci parole riscaldano il cuore…è il respiro che scorre.

    Nel collo la fierezza di un animo autentico.

    Nel petto la forza di una storia.

    Nella pancia l’accoglienza e l’accudimento di una madre.

    Nei piedi la saldezza e l’unione con la madre Terra.

    Nelle mani le ali della sua amata farfalla.

    Questa e ancor di più è Silja Wendelstadt, psicoterapeuta che ha insegnato il massaggio bioenergetico neonatale di Eva Reich, una donna che ha amato profondamente le altre donne, dedicando loro tempi, spazi ed energia. Delicata e forte come una farfalla, coraggiosamente entrava in contatto con il dolore e le gioie altrui; con i sentimenti più intimi, misteriosi e passionali, quelli più affascinanti; la gravidanza, il parto, la nascita. Il legame. Lei sentiva le difficoltà e le paure di una donna col suo piccolo, di un uomo che deve diventare padre. Silja le attraversava con autenticità e passione. Curiosa come lo è il bimbo quando viene alla luce, legata alla vita da un cordone ombelicale, ci lascia un profondo e vitale senso di gioia e pienezza. Una vita vissuta in contatto, con se stessa e con gli altri, con i suoi libri e le sue ricerche.

    Un grazie da chi l’ha vissuta, da chi l’ha conosciuta e da chi l’ha letta.
    Un grazie da chi, massaggiando il proprio piccolo, si ricorderà di lei e dei suoi insegnamenti!

    Un lunga carezza.

    Alessandra Pavone
    allieva della Scuola Italiana di Analisi Reichiana/ SIAR